Testi a cura di:
Dr.ssa CALLUSO Angela – Presidente CAMA sede LILA di Bari
Dr.ssa VIMERCATI Antonella – Ist. II Clinica Ostetrica e Ginecologica dell’Università di Bari
Dr. GRECO Pantaleo – Ist. II Clinica Ostetrica e Ginecologica dell’Università di Bari
Dr. MANSIONNA Mariano – Clinica di Neonatologia dell’Università di Bari

Si ringraziano per la gentile collaborazione:
Prof.ssa A. MAUTONE – Primario Clinica di Neonatologia dell’Università di Bari
Prof. L. SELVAGGI – Direttore Ist. II Clinica Ostetrica e Ginecologica dell’Università di Bari

Il parto

Modalità del parto
Poiché l’HIV si trasmette nella maggior parte dei casi alla nascita, è stata studiata con particolare attenzione l’influenza che le diverse modalità di parto hanno sulla trasmissione del virus.
Dai recenti dati dello studio collaborativo europeo (ECS) così come da una più ampia metanalisi in cui sono state valutate 3500 coppie madre-bambino, risulta che i nati da parto vaginale hanno una frequenza da infezione da HIV doppia rispetto ai nati da parto cesareo.

Il bambino: nascita, analisi e terapia

Rischio di infezione da hiv neonatale
I dati del registro italiano per l’infezione da HIV in pediatria mostrano che in Italia tra il 1986 e il 1994 sono nati ogni anno circa 400 bambini da donne sieropositive, quasi tutte a conoscenza della loro condizione di sieropositività.

Terapia in gravidanza

Terapia antivirale in gravidanza
Lo studio franco-americano ACTG 076 ha dimostrato come mediante la somministrazione della zidovudina (AZT) durante la gravidanza, il parto e le prime settimane di vita, sia possibile ridurre di quasi il 70% la trasmissione verticale (dal 25 all’8%).

La trasmissione materno-fetale

La trasmissione verticale rappresenta la principale via di contagio dell’infezione da HIV in età pediatrica, infatti, oltre il 95% dei casi di AIDS pediatrico sono riscontrati nei bambini nati da madre sieropositiva. La trasmissione del virus può avvenire durante la gravidanza, al momento del parto o nel post-partum, sebbene vi sia una evidenza sufficientemente ampia che l’infezione avvenga in misura più frequente al momento del parto.

La coppia in attesa

Coppie discordanti per infezione da HIV
Le coppie discordanti per infezione da HIV, in cui la donna è HIV-negativa ed il partner HIV-positivo, costituiscono un gruppo a parte, che necessita di un counselling specifico nella scelta riproduttiva. Queste coppie, infatti, spesso desiderano talmente avere un figlio da avere rapporti sessuali non protetti dall’uso del profilattico, col rischio quindi di trasmissione eterosessuale e verticale del virus.

La donna sieropositiva in gravidanza

Trasmissione verticale dell’HIV in Italia: tendenze temporali e ruolo del counselling
La percentuale di trasmissione materno-fetale dell’infezione da HIV in Europa ha mostrato un costante declino negli ultimi anni. Si è infatti passati da una incidenza di infezione congenita da HIV pari circa al 25-30% a metà anni ’80, a un tasso di trasmissione verticale dell’infezione pari al 10-15% agli inizi anni ’90 ( Eur coll st 94-97, Byers 98).